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Le Certificazione Linguistica

COS'E' UNA CERTIFICAZIONE?
Si tratta di un documento ufficiale, rilasciato da enti autorizzati, che attesta il livello di conoscenza di una lingua secondo i criteri stabiliti dal Quadro di Riferimento Comune Europeo (CEFR).

Il possesso di una certificazione di questo tipo è utile non solo durante gli studi universitari per il riconoscimento di crediti, ma anche nel futuro professionale, per seguire master internazionali e trovare impiego in aziende estere. Queste certificazioni sono infatti riconosciute in tutto il mondo e consentono di essere più competitivi sul lavoro.
 
CHI PUO’ OTTENERE  LE CERTIFICAZIONI
Tutti gli studenti che studiano le lingue straniere e che desiderano valorizzare le proprie competenze a fini scolastici ( proseguimento studi universitari)  e/o   professionali (inserimento nel mondo del lavoro).

COME  OTTENERE  LE CERTIFICAZIONI
 
4You Learning fornisce lezioni mirate alla preparazione delle Certificazioni Linguistiche nelle diverse lingue e si occupa della parte burocratica relativa all’iscrizione all’esame nelle sedi ufficiali più vicine.

Forniamo la preparazione per le seguenti certificazioni:


LINGUA FRANCESE

DELF  -- TUTTI I LIVELLI
 

LINGUA TEDESCA

ZERTIFIKAT  -- TUTTI I LIVELLI


LINGUA INGLESE

Certificazioni Cambridge

Starters (YLE Starters)
Movers (YLE Movers)
Flyers (YLE Flyers)
Key (KET)
Preliminary (PET)
First (FCE)
Advanced (CAE)
Proficiency (CPE)
IELTS
Business Certificates (BEC)
Business Preliminary (BEC Preliminary)
Business Vantage (BEC Vantage)
Business Higher (BEC Higher)
BULATS
Legal (ILEC)
Financial (ICFE)

 

LINGUA SPAGNOLA

DELE -- TUTTI I LIVELLI

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Lesson Planning: alcuni consigli!

E’ una verità universalmente riconosciuta che la pianificazione, oltre ad essere una parte necessaria dell’insegnamento, possa portare ad un enorme perdita di tempo per gli insegnanti. 
Quanti di loro di trovano a lavorare sulle lezioni fino a tarda notte! Ma dove c'è una volontà c'è un modo, e molti insegnanti hanno trucchi furbi e validi per rendere il processo più veloce e più efficace. Quindi, se volete trascorrere meno tempo nella pianificazione e volete avere più tempo libero questi suggerimenti potrebbero fare al caso vostro.

Mel Muldowney è un insegnante di matematica e fondatore di JustMaths. La tecnologia è amica nostra e ci può aiutare nel lesson plan. Mel afferma: “Ho tutte le mie lezioni per l'anno in Outlook e posso aggiungere note a ogni voce. Un’app come iDoceo è molto utile anche per pianificare le lezioni e si può essere eseguire il backup utilizzando Google Drive o altri servizi cloud. Se ho bisogno di pianificare in collaborazione con i colleghi, io uso Google Drive per creare documenti condivisi”.
Matt Britland è direttore delle ICT presso la scuola Lady Eleanor Holles. “Mantenere tutte le idee che avete in un unico posto. Ci sono momenti in cui si pensa ad una buona idea da fare in classe, ma il giorno dopo è sparita. Scrivo tutte le mie idee (non solo per i piani di lezione) su note per Apple, utilizzando iCloud in modo che io possa accedere su qualsiasi dispositivo. Per salvare i piani di lezione che si trovano sul web, vi consiglio di Evernote. È anche possibile utilizzare il telefono per eseguire la scansione di piani di lezione fisiche, dare loro tag rilevanti e accedere ovunque. 
Jack Askew insegna inglese in Teaching ESL online. Tenete a portata di mano alcune domande da porvi quando pianificate le lezioni, oppure una serie di lezioni, concentrarsi su ciò che si desidera che imparino gli studenti e di come, piuttosto che concentrarsi su compiti. Le seguenti domande dovrebbero aiutare a inquadrare la pianificazione: Qual è la conoscenza e le abilità che voglio che tutti gli studenti imparino - e come farò a raggiungere questo scopo? Quali sono le idee sbagliate comuni che gli studenti hanno su questo argomento, e come io le posso sfatare? Come faccio a sapere ciò che la classe sa già? Quando potrò mostrare agli studenti come usare questa nuove conoscenze e competenze, ad esempio con la costruzione di un modello di risposta sulla scheda? Quali domande posso chiedere durante la lezione per garantire che gli studenti capiscano il lavoro? A che punto della lezione gli studenti saranno in grado di praticare con questa nuova conoscenza / abilità? 
Shaun Allison è un vice preside in una grande scuola secondaria nel West Sussex, co-autore di Making: “Imparare da ciò che è andato bene. La valutazione e l’organizzazione rende la pianificazione pianificazione meno stressante e più efficace. Ogni lezione offre un feedback fondamentale su ciò che è andato bene e cosa no. Prendendo pochi minuti alla fine della giornata per elaborare le vostre lezioni consente di evidenziare quali modifiche è necessario apportare in futuro.  Ricordate, la pianificazione deve completare il vostro insegnamento, non limitarlo
Insegnare meno, ma più spesso! Non è ottimale per l'apprendimento se gli alunni vedono il materiale nel mese di settembre e solo una volta in marzo o aprile prima dell'esame. Mi rendo conto che nella maggior parte delle scuole vi è una vera paura di rimanere a corto di tempo per insegnare tutto, ma quando ai bambini viene mostrato un sacco di materiale, non imparano molto di esso. Ecco perché io credo che sia meglio mostrare loro di meno, ma fare in modo che lo capiscano veramente. Una valida idea potrebbe essere quella di pianificare ogni lezione per poi tornare al materiale insegnato nella lezione precedente, e di farlo di nuovo prima della fine dell'anno scolastico.

 

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Stress ed esaurimento: gli insegnanti la categoria più a rischio

Proprio oggi mi è saltato all’occhio un interessante articolo relativo allo stress e in particolar modo allo stress da insegnamento e delle conseguenze cliniche del lavoro da insegnante.

Sebbene la letteratura scientifica sia ancora piuttosto scarna, i risultati non mancano di suscitare un certo stupore e preoccupazione. Recentemente un articolo pubblicato su Deutsches Arzteblatt International, rivista di medicina sociale del lavoro, dal titolo “la salute degli insegnanti” ha posto l’accento su un fenomeno che già nel 2006 in Francia aveva allertato gli studiosi. Qui i docenti sono stati seguiti, oltre che dal medico generico, anche da un team di psichiatri i quali hanno evidenziato un fenomeno inquietante: il numero di insegnanti affetti da patologie psichiatriche è stato superiore alle aspettative.
Nello studio effettuato in Germania si è scoperto che oltre 800mila docenti praticano uno stile di vita sano (più della maggioranza della popolazione) e si assentano meno dal lavoro per malattia, ma nonostante ciò sono affetti da patologie psichiatriche più di tutte le altre categorie professionali.

Nonostante una dieta più sana, tassi di colesterolo bassi e una media fumatori inferiori a quella nazionale, la tendenza all’ipertensione tra questi lavoratori presenta una maggiore incidenza. Il punto centrale dello studio è che in Germania gli insegnanti sono la categoria professionale maggiormente sogetta a patologie del sistema nervoso. Nevrosi, esaurimento, perdita di concentrazione, amnesie, mal di testa, aggressività, insonnia e irritabilità sembrano essere la norma, accompagnati in alcuni casi da occhi rossi, flash cutanei e formicolii alle mani. Il 50% di coloro che rinunciano alla carriera da insegnante mostra diagnosi psicopatologiche e a risentirne di più sono essere le donne.
Ma qual è la situazione nel nostro Paese? A occuparsi del fenomeno per la prima volta fu il dotto Vittorio Lodolo D’Oria che nel 2004 si rese conto che la percentuale di malattie psichiatriche tra gli superava l’incidenza media delle altre categorie professionali. Ad oggi l’analisi del fenomeno Italiano non è stata particolarmente arricchita e fanno letteratura due soli studi effettuati in Piemonte e Lombardia, i cui risultati non sono affatto rassicuranti. Questi dati mostrano infatti che i docenti non idonei al mestiere di insegnante lo sono per l’80% per cause psichiatriche. Tuttavia, ricorda lo stesso D’Oria, a prescindere dalle statistiche e dalle evidenze cliniche “la politica inasprisce le regole previdenziali ritardando l’uscita dal sistema scolastico”, senza adottare misure di prevenzione e monitoraggio dello stress.

In generale, lo stress viene definito come:
•    stimolo nocivo, fastidioso, comunque negativo per il soggetto che lo avverte;
•    risposta fisiologica e/o psicologica specifica;
•    specifico e particolare tipo di rapporto tra il soggetto e l'ambiente.
La risposta fisiologica allo stress è di primaria importanza. Infatti, lo stress cronico, l'esposizione continua ad una fonte di stress e l'attivazione ripetuta della risposta fisiologica sono direttamente correlati all'insorgenza di disturbi cardiovascolari come l'ipertensione, l'ischemia e l'infarto. Un possibile ruolo dello stress è stato anche sostenuto nello sviluppo del cancro così come nella riduzione delle difese immunitarie. E' indubbia la relazione causale tra lo stress e la salute, e quindi il benessere dell'individuo. Tra le variabili psicologiche che maggiormente sembrano mediare e modulare questa relazione tra stress e salute spiccano i processi cognitivi. Da questo punto di vista, lo stress è un complesso processo in cui interagiscono sia l’ambiente, con gli stimoli fisici ed gli eventi psicosociali, che l’uomo . Lo stress non è solo qualcosa che sta là fuori, nell’ambiente, ma è il risultato di un processo di valutazione dell’individuo. Lo stress viene sperimentato quando vi sono delle richieste esterne o interne al soggetto che eccedono alle risorse di adattamento dell’individuo.

Vuoi imparare alcune tecniche rapide e semplici per allontanare lo stress per sempre? Iscriviti al nostro corso di una giornata per la GESTIONE DELLO STRESS .

 

 

 

 

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L'importanza delle lingue straniere

La scuola non sempre dà una preparazione sufficiente, ma nel mondo del lavoro l’inglese è quasi essenziale. Non solo nel settore turistico. Avere l’inglese nel proprio curriculum aumenta le probabilità di trovare lavoro.

La conoscenza di almeno una lingua straniera è diventata fondamentale strumento di accesso ai posti di lavoro. Non sempreil sistema di istruzione italiano prepara i ragazzi in modo che possano parlare una lingua straniera in modo fluente come ormai il mondo del lavoro richiede.

In un mondo globalizzato come quello in cui viviamo, la conoscenza delle lingue straniere, unita alle competenze nel proprio settore professionale, non è più un’abilità da esibire durante le vacanze estive o indispensabile solo a chi lavora nel turismo: è, invece, la priorità per comunicare e fare affari a livello internazionale.

 

Vediamo ad esempio perché una lingua come l’INGLESE è così importante per il tuo futuro:

1. L’inglese è la lingua più diffusa su Internet
Chi legge in inglese, può accedere alla  maggior parte delle informazioni che esistono sul web. Molti sostengono che l’80% dei dati su internet sono scritti in lingua inglese. Accedere a tutte queste risorse è non solo molto interessante, ma soprattutto utilissimo quando si lavora o studia.

2. L’inglese potrà lanciare la tua carriera
Per impiegati, quadri e dirigenti, di tutti i settori lavorativi: avrai molte più opportunità in Italia o all’estero, in ogni tipo di azienda (ad es. multinazionali o imprese che lavorano con l’estero). Se non hai bisogno dell’inglese oggi, è solo una questione di tempo.

3. Le persone che conoscono l’inglese guadagnano di più
È difficile trovare delle statistiche precise per l’Italia, ma per esempio in Svizzera, le persone che parlano inglese guadagnano il 18% in più.

4. L’inglese è LA lingua del commercio, della scienza, della tecnologia (e non solo)
È un dato di fatto: il commercio internazionale avviene in inglese, gli articoli scientifici sono scritti in inglese e tutto quello che riguarda la tecnologia passa attraverso questa lingua.

5. L’inglese è la lingua straniera più usata nelle azienda italiane (ed europee)
Sul mercato del lavoro una buona conoscenza dell’inglese è ormai un criterio importantissimo. Dopo l’italiano, l’inglese è la lingua più usata negli scambi esterni ed interni delle azienda italiane. Poiché questo primato vale anche per le aziende degli altri stati europei, l’inglese potrà aprirti un gran numero di porte nel nostro paese o all’estero.

Un curriculum vitae in cui non sia attestata la conoscenza della lingua del Paese di destinazione difficilmente, o quasi mai, verrà preso in considerazione e sicuramente se questo dovesse avvenire, non sarebbe per lavori ben remunerati e gratificanti.

Altri vantaggi della conoscenza dell’inglese

Ecco alcuni dei vantaggi derivanti dalla padronanza di una lingua straniera nel mondo del lavoro:

1.      Comprendere completamente le esigenze di clienti e imprese, evitando malintesi e consentendo all’accordo di essere finalizzato;

2.      Addentrarsi nella conoscenza della cultura straniera, in maniera tale da imparare a prevedere risposte e atteggiamenti di coloro che la rappresentano;

3.      Aver accesso a un ventaglio più ampio di offerte di lavoro, non necessariamente all’estero, ma anche in Italia stessa;

4.      Ambire a una posizione più alta e dunque più remunerativa.

5.      Essere più propensi al ragionamento e al problem solving, in virtù della flessibilità cognitiva offerta dalla conoscenza di una lingua straniera.

 

Le aziende lo richiedono

L’importanza dell’apprendimento della lingua inglese da parte dei giovani è ormai nota da anni. In un mercato sempre più globalizzato, è diventato indispensabile sapersi esprimere correttamente e sono molte le aziende che, nei colloqui di assunzione, richiedono il fluent english come fattore determinante per ottenere il posto di lavoro.

I programmi scolastici italiani mostrano gravi lacune circa l’insegnamento della lingua inglese e i ragazzi, non è raro che, dopo averla studiata, a volte già alla scuola primaria, alla scuola media e negli anni del liceo, si apprestino ad entrare nel mondo del lavoro o facciano l’ingresso all’università, senza saperla parlare. Che lo si voglia o meno, l’inglese è diventato la lingua più utilizzata nel mondo del lavoro e nella comunicazione internazionale.

Diventa fondamentale costruirsi, quindi, un percorso personalizzato e individuale per l’apprendimento dell’inglese, nell’attesa che il sistema di istruzione italiano esplichi, con efficacia, il suo ruolo anche in questo campo fondamentale.

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